Arrigo Paladini
Arrigo Paladini (Roma, 10 aprile 1921 – Roma, 24 luglio 1991) è stato un partigiano italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nasce a Roma nel 1921 da Eugenio Paladini e da Elsa Czech. Frequenta il Liceo classico romano Umberto I, dove è allievo del professore antifascista Pilo Albertelli (a cui sarà in seguito dedicata la stessa scuola).
La guerra e la resistenza
[modifica | modifica wikitesto]Sottotenente d'artiglieria, l'8 settembre 1943, in seguito all'armistizio di Cassibile, si unisce ad un gruppo partigiano in Abruzzo (con il nome in codice Eugenio). In seguito, rientrato clandestinamente a Roma, inizia a collaborare con gli Alleati, divenendo ufficiale di collegamento del Servizio informazioni militare presso l'OSS. Nel corso di un'importante missione riesce, insieme a tre agenti e due operatori radio, a portare nella Capitale importanti apparecchiature radiofoniche che sarebbero state importantissime per i collegamenti con il comando alleato.
Il 4 maggio 1944 viene arrestato dalla Gestapo e prima condotto all'ambasciata tedesca, dove si trovava Herbert Kappler; qui viene interrogato e duramente picchiato, il giorno successivo viene trasferito nella cella numero 2 del famigerato carcere di via Tasso (un edificio trasformato, sotto il comando di Kappler, in una prigione dove interrogare partigiani ed antifascisti). Qui sarà torturato e detenuto sino al 4 giugno 1944, quando, a causa della rottura del camion che doveva trasferirlo con altri prigionieri di via Tasso a Verona, viene di nuovo rinchiuso in cella. È poi liberato lo stesso giorno a seguito dell'ingresso degli Alleati nella città di Roma.
Attività dopo la guerra
[modifica | modifica wikitesto]Laureato in Lettere, nel 1950 diviene docente di Filosofia e Storia (ed in seguito di Italiano e Latino) al Convitto nazionale Vittorio Emanuele II di Roma, presso il Liceo Scientifico, dove insegna fino al 1986, anno del suo pensionamento[1][2].
Nel 1985 diviene direttore del Museo storico della Liberazione, sorto proprio all'interno dello stabile di via Tasso che era stato utilizzato come base della Gestapo e dove Paladini era stato rinchiuso e torturato.
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]Ha sposato Elvira Sabbatini (1921-2009), che aveva contribuito con lui alla lotta partigiana; dopo la morte del marito, fu direttrice del Museo storico della Liberazione[3] fino alla sua scomparsa. I due hanno avuto tre figli: Eugenio, Maria Cristina e Fabrizio[4].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Lettera di un ex-studente alla memoria del Professor Paladini Archiviato il 26 novembre 2013 in Internet Archive. URL consultato il 20-06-2012.
- ^ Inaugurazione biblioteca "Professor Arrigo Paladini".[collegamento interrotto]
- ^ Museo della Liberazione - Elvira Sabbatini, su www.museoliberazione.it. URL consultato il 24 marzo 2024.
- ^ Articolo sulla morte di Elvira Paladini sul sito Corriere.it URL consultato il 20-06-2012.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Arrigo Paladini, su siusa.archivi.beniculturali.it, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
- Arrigo Paladini, in Donne e Uomini della Resistenza, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.
- Arrigo Paladini, su storiaxxisecolo.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 73703708 · ISNI (EN) 0000 0000 8265 5975 · SBN CFIV026277 · LCCN (EN) nr90015953 · GND (DE) 142104744 |
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